Scrivere da PC per ricentrarsi: una pratica d’ascolto, non solo di produttività
Scrivere può essere un modo per ascoltarsi in un mondo di automatismi.
Ma ogni tanto capita di premere un tasto e ricordarsi che siamo noi a concedere potere a quegli automatismi, che abbiamo potere sulle nostre azioni.
Non tutto serve a produrre, non tutto deve essere pubblicato subito. Per funzionare come anime e individui è necessario ritrovare il ritmo del corpo, che in questo caso ho voluto scandire nel ritmo della tastiera, di modo da unire l’utile al dilettevole ed esercitarmi con la dattilografia.
Ecco il ritmo che ho scelto per le mie intenzioni
Ho deciso di dedicare esattamente 10 minuti al giorno alla pratica della scrittura libera su tastiera, e lì è avvenuta la magia. Qualcosa è cambiato, ho ritrovato in me la voglia di seguire un ritmo non imposto, ma fondamentalmente mio.
Non sono diventata più brillante. Sono diventata più presente.
Decidere di scrivere da PC è stata una soglia diversa a un mondo conosciuto, che è diventato sorprendentemente nuovo.
Il passaggio dallo smartphone al computer non è solo una questione di strumenti.
È come se il pensiero, costretto a passare dalle dita su una tastiera, si facesse più nitido.
Scrivere da telefono è spesso un’urgenza o una distrazione, cambiare ambiente mi ha permesso di scrivere un nuovo tracciato su una via ordinaria.
Scrivere da tastiera può diventare un rituale. E sai cosa distingue un buon rituale da uno un po’ arronzato?
Il ritmo, che c’è, anche senza musica.
Digitare non fa suono (a parte il click, se vuoi). Ma ha un ritmo.
Il tuo respiro ha un ritmo. Il battito del tuo cuore altrettanto.
E quando scrivi in modo intenzionale, tutto torna in risonanza partendo dalla tua presenza.
Scrivere ad un certo punto può prendere forma di meditazione attiva.
La scrittura quotidiana è igiene mentale, per chi la pratica.
È esercizio, non si tratta di scrivere bene, non è necessario che altri vedano ciò che fai, sei vista dalla tua stessa presenza.
L’obiettivo è quello di fare chiarezza: è una forma di igiene mentale.
I pensieri che non si scrivono sono come i cavi: si ingarbugliano facilmente, tendono al caos, eppure i cavi, come i pensieri servono a collegare gli elementi del tuo mondo in una forma semplice ma complessa. Unica nel suo genere.
Scrivere ogni giorno, anche solo per 10 minuti, è diventato per me un modo per motivarmi nella dimensione dell’automatismo. Riordinare i fili del pensiero, comprendere e valutarne la qualità. E intanto scaldarmi per il lavoro necessario per la giornata, dandomi un ritmo iniziale alla sinfonia del mondo che mi attende, imperfetto, ma che merita rispetto: definisce.
Vuoi un esercizio semplice per iniziare? Prova così:
Imposta un timer da 10 minuti.
Scrivi qualunque cosa, senza cancellare.
A metà tempo (5 minuti), chiediti: “Sto ancora scrivendo con intenzione?”
Sintetizza la forma dei pensieri e chiudi circoscrivendo ciò che hai trovato.
Un gesto semplice, ma capace di trasformare la tua relazione con il tempo, con la fatica, con te.
In 10 minuti al giorno, puoi scoprire che non devi essere al meglio per essere.
E che ogni parola scritta con intenzione ti riconduce a casa. Come qui, dalla Voce, dalla Mistica Digitale.